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Gli struffoli: non solo per Natale!

Piccole palline di pasta fritta che sono prima ricoperte da miele, e poi decorate con i pezzetti di zucchero e con i confettini colorati. Possono essere descritti così, in estrema sintesi, gli struffoli che in Italia sono dei dolci tipici della gastronomia meridionale, ed in particolare della cucina napoletana sotto il periodo natalizio e non solo.

 

E questo perché servire a tavola gli struffoli napoletani, come dolce sfizioso di fine pasto, è una tradizione che si rinnova anche quando si organizzano i pranzi e le cene speciali, ma anche in concomitanza con ricorrenze importanti a partire dai compleanni e passando per i battesimi e per i matrimoni.

 

Come si preparano gli struffoli napoletani, dall’impasto alla decorazione

 

Nel dettaglio, per la preparazione dei dolci natalizi napoletani si parte dalle palline da friggere nell’olio che deve essere sempre caldissimo. Palline che si preparano con un impasto che è a base di farina, di zucchero, di uova, di strutto, e di liquore all’anice con l’aggiunta di un pizzico di sale. Fritti in olio caldissimo, gli struffoli prima vengono fatti raffreddare, e poi sono letteralmente avvolti nel miele caldo e messi sul piatto di portata a formare una ciambella.

 

Il tocco finale, come sopra accennato, è rappresentato dalla decorazione con i confettini colorati e con i pezzetti di zucchero, ma spesso per la decorazione si opta per una vera e propria cascata di frutta candita a pezzetti.

 

struffoli napoletani

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Quali sono i trucchi per struffoli napoletani impeccabili

 

Per la preparazione di struffoli napoletani davvero impeccabili il segreto sta prima di tutto nell’impasto. La pasta per gli struffoli, infatti, deve essere non solo morbida, ma anche liscia ed elastica per poi, avvolgendola nella pellicola trasparente, farla riposare in frigorifero per non meno di un’ora.

 

Essendo inoltre la pasta priva di lievito, bisogna tener conto del fatto che alla cottura le dimensioni degli struffoli non aumenteranno di molto in volume. Per la frittura, inoltre, l’olio deve essere caldo a 180 gradi centigradi cuocendo gli struffoli un po’ per volta. E questo per evitare che la temperatura dell’olio si abbassi repentinamente all’interno di una padella che deve essere capiente e possibilmente dai bordi alti.

 

Inoltre, mai distogliere lo sguardo dagli struffoli durante la frittura per evitare che questi scuriscano troppo. Dopo averli immersi nell’olio caldo, infatti, questi tenderanno a risalire in superficie rapidamente e saranno pronti per essere scolati in meno di un minuto. Dopodiché posizionare sparsi gli struffoli in un ampio piatto piano dove sono stati adagiati più fogli di carta da cucina assorbente. In questo modo tenderanno a raffreddarsi e ad essere fragranti ed asciutti.

 

Gli struffoli originali e le varianti, dalla cottura al forno a quelli senza glutine

 

Gli struffoli prima fritti e poi ricoperti di miele sono quelli tipici della ricetta napoletana tradizionale e natalizia, ma ci sono pure tante varianti che spaziano dagli struffoli al forno, per chi vuole unire al gusto la leggerezza, agli struffoli al cioccolato. Indipendentemente da come vengono cotti e guarniti, gli struffoli vanno possibilmente accompagnati sempre con un buon vino aromatico o con un liquore da dessert.

 

Inoltre, per gli intolleranti al glutine, l’impasto per gli struffoli si può preparare pure con la farina di riso. Così come, per i vegani, si può andare oltre la ricetta originale eliminando le uova e lo strutto nell’impasto. In tal caso si può infatti utilizzare per l’impasto la farina di tipo 0, la vanillina e la margarina vegetale optando in particolare per quella che è priva di grassi idrogenati.

 

Cenni storici sugli struffoli e come si chiamano nelle altre regioni d’Italia

 

Sebbene nel tempo siano diventati dei dolci tipici della cucina e della gastronomia napoletana, in realtà l’origine degli struffoli è riconducibile alla cucina greca ed a quella spagnola, ed in particolare alla cucina andalusa. In molte regioni d’Italia, inoltre, gli struffoli vengono chiamati con tanti altri nomi e con delle ricette per la preparazione che differiscono da quella originale e tipica partenopea.

 

Per esempio, in regioni come la Basilicata e la Calabria gli struffoli prendono il nome di cicerata, mentre in Sicilia, nel Messinese, gli struffoli non solo prendono il nome di pignolata, ma oltre che al miele i dolcetti, che hanno la forma di piccole pigne e non di palline, sono spesso ricoperti di glassa con cedro e cioccolato.

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