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Il casatiello napoletano: il piccolo pane al formaggio

Oggi abbiamo deciso di raccontarti qualche curiosità sul casatiello napoletano, un piccolo pane al formaggio originario di Napoli, diffuso in realtà un po’ in tutta la Campania, tipico del periodo della Pasqua. Si tratta di una prelibatezza che merita senza dubbio di essere scoperta. Non è di certo però l’unica prelibatezza napoletana che vale la pena di scoprire. Impossibile ad esempio non ricordare la sfogliatella, croccante fuori e morbida all’interno.

 

Il casatiello napoletano: tutto quello che c’è da sapere

 

Casatiello dolce originale napoletano che in tutta la Campania si è soliti portare in tavola come antipasto nei giorni di Pasqua e di Pasquetta, perfetto anche da asporto, da portare con sé quindi durante una bella gita fuori casa oppure per un bel pic nic. Si tratta di un pane al formaggio, con grana padano e pecorino. All’interno del casatiello però è presente anche il salame, tagliato a tocchetti di piccole dimensioni. Nell’impasto, doveroso ricordarlo, è immancabile la sugna, ossia il grasso del maiale. Oggi si utilizzano solo questi ingredienti, ma un tempo in realtà le donne napoletane erano solite inserire nel casatiello tutti gli avanzati anche altrimenti sarebbero stati gettati via. Non si butta via nulla insomma!

Si tratta di un dolce di origine antichissima, che da sempre a Napoli viene preparato con grande cura e dedicazione. La sua preparazione fa parte dei festeggiamenti stessi della Pasqua, un modo per tutte le donne della famiglia o addirittura del quartiere per stare insieme, lavorare attorno ai fornelli, creare un ambiente conviviale e allegro.

Il casatiello napoletano

Il casatiello napoletano e le uova

 

Le uova solitamente vengono inserite sode e intere direttamente sulla parte alta del casatiello, incastrate nell’impasto. E tutti i bambini napoletani sono soliti litigarsele! Chi se le aggiudicherà? Alla fine ce n’è sempre per tutti fortunatamente! Le strisce di impasto che ingabbiano le uova hanno un alto valore simbolico, simboleggiano infatti la croce di Gesù Cristo e la sua corona di spine. Il pane di forma circolare simboleggia la risurrezione. Anche le uova sono simbolo di rinascita in realtà.

 

Non solo casatiello napoletano, alla scoperta della sfogliatella

 

Il casatiello napoletano nasce, come abbiamo prima avuto modo di osservare, per essere servito al momento dell’antipasto. Che cosa servire invece alla fine del pasto per concludere in dolcezza! La sfogliatella riccia napoletana è senza dubbio un’ottima scelta, una sfogliatella che in realtà va benissimo anche per altri momenti della giornata, persino per la colazione e la merenda.

La sfogliatella riccia napoletana si caratterizza per un impasto arricciato, da qui il suo nome, estremamente croccante. All’interno è morbidissima, con quel suo ripieno di ricotta e semola aromatizzati con cannella, vaniglia e canditi. Immancabile infine una bella spolverata di zucchero a velo!

 

Sfogliatella riccia, dove nasce?

 

Tra i dolci tipici napoletani, la sfogliatella è senza dubbio la più amata e conosciuta. Ma quali sono le sue origini? A quanto pare la sfogliatella nasce in realtà a Salerno durante il XVIII secolo. Siamo nel convento di Santa Rosa dove le monache di clausura cercavano di tenersi impegnate quanto più possibile nel corso della giornata, armeggiando tra i fornelli.

Un giorno una delle monache, di nome Clotilde, decise di creare qualcosa di sfizioso con degli avanzi di semola bagnata nel latte, semola che altrimenti sarebbe dovuta essere gettata via. Aggiunge alla semola quindi del liquore al limone, molto simile all’attuale limoncello, la ricetta e la frutta secca. Inserì il tutto in un impasto, a cui aggiunse vino bianco e strutto, e mise in forno.

 

Dalla Santarosa alla sfogliatella riccia così come noi oggi la conosciamo

 

Ecco, era nata la Santarosa, un dolce questo che riscosse immediatamente un grande successo, non solo tra le monache del convento, ma anche fuori. Le monache infatti iniziarono a venderlo per qualche moneta. Ci vollero molti anni, qualcuno dice circa 200, affinché la Santarosa approdasse a Napoli. Ad assaggiare questo dolce fu Pasquale Pintauro, un oste che si innamorò di questa prelibatezza e decise di rivisitare leggermente la ricetta trasformandola in quella che tutti noi oggi conosciamo. Dalla sua osteria, situata in via Toledo, la sfogliatella riccia fece il giro del mondo interno.

La cucina napoletana è costellata da storie di questa tipologia, ricette che nascono quasi per caso, ricette povere e rustiche che con il passare degli anni hanno saputo dimostrare tutto il loro gusto eccezionale e si sono diffuse in ogni angolo del mondo.

 

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