La pasticceria napoletana vanta una storia ricca di aneddoti, leggende e tradizioni singolari al mondo. Ogni dolce trova origine da una vicenda unica, che lo rende ancora più speciale. Dalle sfogliatelle ricce, alla pastiera napoletana, dagli struffoli, ai mostaccioli, ogni dolce racconta un’avventura unica, o una circostanza straordinaria. Non fa quindi eccezione nemmeno la torta caprese napoletana. Un dolce che trova la propria origine non in una, ma in ben due diverse storie dal sapore affascinante e leggendario.
Per quanto possa sembrare un’accoppiata strana, in realtà questa torta e questa antica arciduchessa, hanno intrecciato le loro storie nel remoto ‘700. Maria Carolina Luisa Giuseppa Giovanna Antonia d’Asburgo-Lorena, nota semplicemente (e per fortuna) come Maria Carolina d’Asburgo era un’arciduchessa austriaca che andò in sposa, giovanissima, al Re Nasone. Chiamato così dal popolo, in realtà lo sposo della sedicenne austriaca era Ferdinando IV di Napoli e III di Sicilia.
Come sempre accadeva in quel preciso frangente storico, l’unione tra i due giovani venne decisa a tavolino e fu il risultato di un’accurata strategia dinastica. Maria Carolina d’Asburgo, però, non ne fu particolarmente contenta. Lei era giovane e molto bella, raffinata e acculturata e dovette sposare quello che a tutti gli effetti era considerato di molto inferiore a lei nei modi, nel retaggio e culturalmente parlando. Nonostante la sua ritrosia, la d’Asburgo dovette sottostare ai voleri della famiglia e andò sposa a Ferdinando. Quasi mai la signora ebbe una parola buona e dolce per il marito, che considerava goffo, stupido e ripugnante.
I due appartenevano a due diverse classi sociali. Carolina era stata istruita sapientemente da una corte rinomata e raffinata, mentre Ferdinando se ne andava in giro per Napoli a scorrazzare con gli amici. Era un po’ un re sui generis.
La tenera età della fanciulla, sedici anni e la sua mancata inclinazione ad assecondare la decisione familiare di sposare Ferdinando, resero l’arciduchessa alquanto capricciosa. Una volta, nostalgica della sua Austria e della sua amata e rinomata cucina, scese nelle cucina del palazzo e, quasi aggredendo i cuochi, volle, ad ogni costo, che le venisse preparata una torta Sacher. Purtroppo i cuochi non conoscevano la relativa ricetta. Quindi si dovettero accontentare della descrizione della ragazza, che cercò a suo modo di rappresentarne il gusto e il sapore. Come si può ben intuire, non tutto andò come doveva andare!
I monsieur, vale a dire i cuochi di palazzo, fecero del loro meglio e provarono a riprodurre la sacher. Ma commisero un errore. Un errore che, per fortuna (loro e nostra) si rivelò presto un successo inaspettato. Dettero infatti vita alla torta caprese napoletana così come la conosciamo oggi: mandorle, cacao, uova, burro e zucchero, omettendo, non volendo, la farina che invece è presente nella ricetta della torta sacher austriaca. Nonostante l’errore Maria Carolina d’Asburgo ne rimase veramente conquistata e stupefatta!
La seconda leggenda legata alla torta caprese napoletana è quella che vede questo dolce protagonista di un’avventura durante gli anni ’20 dello scorso secolo. In quel periodo il nome del famigerato al Capone inizia a circolare assiduamente tra le street di New York ricercando accordi con la mafia italiana, con quella irlandese e con i vari politicanti dell’Illinois. Non è ancora arrivato all’apice della sua fama, ma il potenziale per crescere è già ben palese.
Per rinsaldare i rapporti tra la camorra newyorkese e quella napoletana, Capone invia a Napoli due fidatissimi collaboratori. Questi, oltre a svolgere gli incarichi affidati dal capo, trovano anche il tempo di divertirsi con i “colleghi” partenopei. Un giorno, mentre erano a passeggio per le stradine della meravigliosa isola di Capri, si fermano a mangiare qualcosa nell’allora famosissima pasticceria Carmine di Fiore. In quegli anni la pasticceria di Carmine era all’avanguardia e rinomata per produrre dei dolci favolosi, soprattutto al cioccolato.
Quando Carmine vede arrivare i due malavitosi, che riconosce subito per quello che sono, entra nel panico. Un panico che lo porta a fare un grosso errore mentre prepara loro la sua acclamata torta al cioccolato. Infatti si dimentica di aggiungere all’impasto la farina. Ma ormai è troppo tardi e non può rimediare e non ha il tempo di prepararne una nuova. Così si decide a servire i malviventi con un “dolce sbagliato”.
Nonostante l’errore però, i due scagnozzi di al Capone mangiano di gusto la torta e ne rimangono veramente molto entusiasti. Tanto che chiedono la ricetta a Carmine. Il pasticcere ne improvvisa la redazione e manda mia i due uomini felici e soddisfatti.
Qualunque sia la storia della torta caprese napoletana, questo dolce ha soddisfatto milioni di palati da oltre 3 secoli a questa parte. E non ha ancora finito di farlo!